Archivio mensile:giugno 2010

Ischia si fa raccontare.

Credo che tutti i viaggi ci lascino qualcosa anche se per me a dire il vero si tratta della prima vacanza della mia vita. Fare sette ore d’auto per raggiungere Napoli e 2 ore di traghetto per raggiungere Ischia non è stata una mia iniziativa bensì della mia Musa ispiratrice. Per quanto mi riguarda a parte il mio primo ingresso in Italia, per il quale scelsi di prendere la nave, si è trattato della seconda volta che mi sono trovato a viaggiare in mare. Non pensavo che nel 2010 le persone potessero ancora rimettere per il mal di mare. La bandiera italiana sventolava su quella nave contro il vento e il mare agitato ma la voglia di andare per la prima volta in un’isola era immensa. Ora che ci penso non ho mai immaginato che su un’isola potesse piovere e, guarda caso, sono sbarcato proprio sotto una pioggerella sottile. Arrivi in quella terra e ti senti libero e in pace ma non solo. La bellezza della natura ti circonda a 360 gradi e così ti lasci alle spalle tutte le tue abitudini di vita cittadina e organizzata per immergerti in un ambiente per certi versi ancora incontaminato. La nostra destinazione è stata la Baia di Citara presso l’albergo Villa Bianca nel quale ci hanno subito accolti servendoci una prelibata cena a base di pesce talmente abbondante che non riuscivamo più ad alzarci dal tavolo. Villa Bianca deve tutta la sua fama alla signora Bianca, oggi anziana, che per tutta la vita ha completamente sorretto la pensione occupandosi personalmente dell’organizzazione di tutta l’attività. Con il tempo è subentrato il figlio che ha saputo far crescere la struttura aggiungendo piscine termali, sauna e palestra con vista mare oltre ad un tocco di simpatia partenope. Tutte le nostre cene sono state accompagnate dai buonissimi vini di Pietratorcia cantina tipica e artigianale di Ischia che abbiamo visitato personalmente anche al fine di fare provvista per il rientro a casa.

Tedeschi dappertutto, anche perchè i bellissimi Giardini di Poseidon, essendo di gestione tedesca sono una delle loro mete preferite. Stranieri anche i proprietari della Mortella, eccezionale giardino botanico che riunisce un’immensa varietà di piante provenienti da tutto il mondo e che è stato fortemente voluto dal compositore William Walton e dalla moglie Susanna.

La belleza di quest’isola fatta di sei piccoli comuni e di abitanti di tutte le etnie ti donna una grande carica spirituale e fisica che già il fatto di pensarci ti fa sentire bene.      * GUARDA LE FOTO

Piccoli segni. Immagini da una festa multiculturale, Scanderbeg riunisce ancora

Nell’antica Villa del Fulcino il 5 Giugno 2010 l’Associazione Scanderbeg ha festeggiato per la quarta volta consecutiva la festa multietnica denominata ‘Etnogusti’. Bambini e adulti di diverse nazionalità residenti nel territorio parmense hanno danzato e cantato i propri balli tradizionali. All’inizio della festa i partecipanti hanno degustato piatti tipici albanesi, tunisini, marocchini, turchi,senegalesi e non è mancato il prosciutto crudo della regione che li ospita. L’Associazione Scanderbeg, che prende il nome dall’eroe nazionale secondo il quale “l’unione fa la forza”, è riuscita a dimostrare che la collaborazione di diverse etnie è un arricchimento per la civiltà. Un vivo ringraziamento per aver contribuito a creare quest’atmosfera così coinvolgente va sicuramente riconosciuto all’opera di volontariato di Bujar Tabaku e Anila Kadija i quali hanno messo tutto il loro impegno per cucinare le deliziose pietanze che hanno allietato la festa.
La riuscita della serata è documentata grazie ai bellissimi scatti di Denada Alimadhi, Erica Devoto e Meggy Pecani.
Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza il patrocinio della Regione Emilia Romagna, del Comune di San Polo di Torrile e senza la partecipazione dell’ Associazione Nazionale Donna Tunisina, dell’Associazione ‘Tutti Insieme’, dell’Associazione Juvenilia, dell’Associazione Madre Teresa, dell’Associazione Albanianews, dell’Associazione Integriamoci Insieme e dell’Associazione USAB che, insieme all’Associazione Scanderbeg hanno ancora una volta voluto aprirsi alla città.      FOTO

da Bajrak per Glitaliani

ANDIAMO TUTTI IN ALBANIA

Miracolo a Tirana, “Ora è qui la nostra America” scrive Prierangelo Sapegno inviato della stampa.it a Tirana, ed io sono corso subito in edicola per approfondire il tema.
Dopo una lettura attenta dell’articolo mi sono accorto che l’inviato della stampa dice una verità limitata ai suoi pochi giorni di esperienza nella mia patria.
Avrei voluto che parlasse anche della periferia della capitale, non solo di piazza Scanderbeg, perchè a me non risulta che i bambini che chiedevano i dollari siano spariti ma solamente spostati di qualche centinaia di metri. In merito al telefonino e alla macchina gli do perfettamente ragione perchè per noi sono due beni primari senza i quali non possiamo fare due passi e ultimamente tutti gli albanesi si sono muniti di questi due gadgets.
In merito alle case anche questo è un dato vero ma poco approfondito perchè in Albania la costruzione di un palazzo viene fatta in questo modo: all’ inizio del progetto  si stabilisce il numero degli appartamenti e la vendita anticipata, 2/3 appartamenti per il sindaco Rama sennò non si dà il permesso di costruire, compenso in appartamenti anche per le squadre che partecipano alla realizzazione dell’immobile perche è l’unico modo di pagarle in quanto mancano i soldi liquidi, poi il resto degli appartamenti per l’impresa madre del progetto e se non tornano i conti si aggiunge un altro piano per sanare il magna-manga.
Centri commerciali che nascono ovunque, grattacieli che superano ogni limite, locali di ogni genere aperti a tutte le ore, e università che spuntano come funghi. Una bella fotografia fatta dal’inviato ma non basta per convincermi del titolo dato all’articolo in quanto i locali aperti a tutte le ore sono segno di disoccupazione enorme, le università private non accessibili per l’albanese medio non sono un grande passo verso l’istruzione ma si traducono in vendita di lauree a prezzi stratosferici e la cosa che mi preoccupa di più e l’orientamento verso una società non istruita in quanto il principio di meritocrazia viene meno insieme a quelli di conoscenza e cultura.
Sarebbe giusto ricordare e parlare ai miei connazionali, ovunque siano, del sistema sanitario albanese e del motivo della liberalizzazione dei visti: temi caldi della politica nazionale sui quali si parla ma niente si fa in concreto in quanto la trasparenza è uguale a zero. In Albania un cittadino medio se ruba una gallina va in galera ma un ministro se amazza 26 persone va in vacanza come premio della sua bravura.
L’amica Darina, giornalista di Albanianews.it  parla di nostalgia per la patria. Questa ce l’ho anch’io, una nostalgia talmente profonda che l’ultima volta che ci sono andato non volevo più tornare a riprendere le mie attività in Italia. Forse perchè dopo anni di sacrifici in Italia uno capisce che stare nella propria patria è un bene personale e patriottico o forse perchè in Italia anche dopo 20 anni di immigrazione sei sempre cittadino di serie “B” per la Berlusconi company cosa che a mio avviso ha fatto rientrare in patria l’amico imprenditore di Sapegno.
Il messaggio di fondo che ho quindi accolto dai due giornalisti e ai quali mi unisco è: ANDIAMO TUTTI IN ALBANIA.
Ora, mi rendo conto che, per quello che ho scritto, ai miei connazionali sembrerò un Serbo o un Greco ma non vi meravigliate se vi dico che sono un Bajrak e la storia ci insegna che i miei antenati hanno lottato contro i turchi 500 anni fa e contro il regime 60 anni fa. Tutto ciò che dico e denuncio è finalizzato al bene della mia nazione e mi scuso con tutti per il modo in cui dimostro il mio amore verso la mia patria.

                                                                                     * da Bajrak per zerosette