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E se accogliere gli immigrati facesse bene al PIL?

Mi trovavo alla stazione di Piazza Principe a Genova e stavo aspettando l’intercity per Milano. Mentre sfogliavo come di consueto il Sole 24 Ore, tra le poche cose affascinanti che si leggono sul quotidiano ho trovato molto interessante una lettera di un lettore ( Lino Bianco) inviata al direttore del giornale Roberto Napoletano:

“Mi permetto alcune considerazioni sul problema immigrati. Nella mia opinione l’Italia dovrebbe accogliere gli extracomunitari, che ci arrivano gratis, e farsi pagare per questo dell’Europa.
Si raggiungerebbero più obiettivi: ci sarebbero quattrini da investire per dare lavoro; si migliorerebbe la popolazione italiana, composta prevalentemente da pensionati delusi e da giovani viziati; gli extracomunitari, per fame, sarebbero molto più motivati nel lavoro; volendo avere il nostro tenore di vita, gli extracomunitari hanno bisogno di casa auto TV frigo etc. e in questo modo ci creano il mercato in casa superando la saturazione attuale; manderanno i loro quattrini nei paesi d’origine, creando dei mercati anche là. Se saremo abili a seguire questi quattrini con i nostri prodotti potremo aumentare il nostro PIL. Altrimenti aumenterà quello cinese. In pratica si tornerebbe ad una situazione comparabile con l’esodo al nord di migliaia di meridionali con la temporanea creazione del miracolo economico degli anni ’50”.

Mi pare che queste considerazioni, pur espresse brutalmente e non può certo dirsi in modo fine, sono da non trascurare e costituiscono quella che definirei la ‘cruda realtà’.
Se, infatti, non riusciremo noi a cogliere l’opportunità di arricchimento che l’immigrazione ci dà, saremo noi a naufragare fra poco tempo, non gli extracomunitari.

due chiacchiare con zerosette.it

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Nella lettera indirizzata al Ministro si definisce un cittadino di serie B, perché?
“Il cittadino di serie B è quello che è cittadino quando si tratta di dare e non lo è più quando si tratta di avere, ogni straniero, come me, vive questa ingiustizia anche spesso implicitamente accettandola pur di lavorare e sopravvivere. Io capisco bene che non ogni immigrato possa solo per il fatto di essere qui in Italia pensare di avere gli stessi diritti e doveri di un cittadino italiano, ma alcune misure che il Ministro voleva adottare erano assolutamente lesive della dignità di quella stragrande maggioranza di immigrati che ormai da decenni lavorano e vivono in Italia. Non posso pensare che vengano schedati bambini con le impronte digitali o che la ‘delinquenza’ faccia perdere ‘punti’ ad uno straniero e non ad un italiano. I reati sono di chi li commette, italiano o straniero che sia, e la responsabilità penale è ‘personale’come le leggi italiane stesse dicono”.
Cosa la offende di più nelle scelte di Governo?
“Il monitorare in modo diverso la capacità di delinquere di un italiano rispetto a quella di uno straniero. Viola l’articolo 3 della Costituzione ed i diritti umani sancendo una disparità di trattamento non giustificabile. Se facciamo un ‘permesso di soggiorno a punti’, partiamo dalla ‘presunzione di colpevolezza’ nei confronti degli stranieri, mentre questo ordinamento, per gli italiani, è ispirato ad un sistema di presunzione d’innocenza. L’offesa più grande resta comunque quella all’intelligenza delle persone che non possono non notare quanto demagogiche siano le soluzioni adottate dal Governo rispetto ai problemi reali di questo paese”.
Crede che Parma sia una città accogliente nei confronti dei migranti?
“Credo che da un punto di vista istituzionale e formale lo sia, sicuramente l’Assessorato alle politiche sociali cerca di essere presente con le comunità straniere creando opportunità di scambi culturali. Ma la strada è ancora lunga, c’è ancora quel muro di paura che impedisce rapporti di vera reciproca conoscenza, le persone per ora ‘tollerano’ ma non ‘accettano’ le diverse culture. Quando si tratta di ‘fatti’, uno straniero che per esempio richiede l’invalidità se la vede ancora negata più spesso di un italiano, così come spesso le persone d’istinto ti danno del ‘tu’ e non del ‘lei’ come farebbero con uno sconosciuto italiano”.
Nel Suo blog (bajrak.wordpress.com), citando il diritto romano, afferma che i migranti in Italia sono schiavi e pellegrini allo stesso tempo. Può spiegarci questo concetto?
“Certo. In Italia siamo ‘peregrini’, cioè persone con cui si ha a che fare solo per profitto. Questo succede palesemente visto che si sfrutta il forte bisogno di lavoro che abbiamo per farci faticare il più possibile pagando il prezzo minore. Però noi viviamo qui come cittadini e nel momento in cui non ci vengono riconosciuti pari diritti siamo assimilabili a schiavi. Persone che hanno solo doveri, ‘cose’ insomma. L’extracomunitario è una persona che pur contribuendo alla società non viene da essa riconosciuto come facente parte della collettività, resta sempre ai margini in ogni decisione, non può votare, ma le persone che non vota decidono delle sue sorti. È strano vedere come si permetta il voto ai tanti italiani che vivono fuori dall’Italia da 30 anni e non lo si permetta a chi, come me, vive in questa società e ne vede vizi e virtù, a chi paga qui le tasse e spende qui i suoi soldi. Casa nostra ormai è questa, abbiamo sviluppato una rete di piccole imprese, siamo diventati medici, avvocati, imprenditori e siamo stanchi di vederci dipinti sempre e solo come i ‘vu cumprà’ di turno”.
Secondo lei, cosa potrebbe fare il Governo per l’integrazione dei migranti?
“Il Governo potrebbe fare moltissimo. Bisognerebbe rendere effettive le leggi esistenti a favore degli italiani anche per gli immigrati in presenza di alcune condizioni che li rendono in tutto e per tutto assimilabili.
Troppo spesso la legge per gli stranieri resta un pezzo di carta. Bisognerebbe che il Governo predicasse il pacifico convivere di persone oneste invece di dividerle in onesti italiani e disonesti stranieri. Bisognerebbe non ghettizzare nelle scuole formando aule solo di stranieri, ma favorire le occasioni di contatto e conoscenza e le iniziative interculturali in generale. Insomma bisognerebbe partire dalla persona, non dalla sua nazionalità”.

Lettera aperta indirizzata al Ministro del Interno Roberto Maroni

Lettera indirizzata al Ministro dell’Interno Roberto Maroni

 

Onorevole Maroni

Condivido pienamente il Suo discorso in merito al permesso di soggiorno a punti che mette ancora di più in rilievo lo stato e la difficile posizione dei cittadini di serie B come me, i quali, a differenza Sua, non partono con un elevato numero di punti per una serie di motivi che tutti conosciamo. Lei in quanto Ministro non ha mai detto una cosa civile, conveniente e costruttivo per l’interesse nazionale, per far il modo che gli stranieri che vivono e lavorano stabilmente in Italia, vengano sempre e di più portati a sentirsi integrati e di conseguenza ad avere uguali doveri e diritti, cosa che non viene incluso nei sui programmi. Tutto ciò che Lei ha espresso nella sua carriera politica non è di buon esempio, anzi, è discriminatorio nei confronti di 3 milioni di “NON ITALIANI” che portano degli enormi vantaggi – non solo economici- all’Italia che li ospita; d’altronde mi soffermerei a ricordarLe le nascite, i lavori umili e sotto pagati che molti italiani si rifiutano di fare e che contrastano con il costo alto della vita, l’ammontare dei contributi previdenziali derivante dal lavoro degli immigrati che risulta 7 miliardi di euro, etc.
Nei confronti dei delinquenti esiste la giurisprudenza e le leggi del procedimento penale, i quali se vengono ben applicati dovrebbero essere la soluzione dei problemi.
Capisco che per distrarre i pensieri degli italiani dai problemi veri che gli affliggono, Voi dobbiate escogitare tante cose, e mi congratulo per l’ingegno, ma Le ricordo che i veri problemi non sono i clienti delle prostitute, e che la soluzione non è il permesso di soggiorno a punti e le impronte digitali prese ai bambini rom. Una soluzione sarebbe le dimissioni di un Ministro incapace che ha ottenuto i voti grazie a quei pochi “NON ITALIANI” che delinquono, lasciando credere erroneamente ai suoi elettori italiani che il problema del paese è il bambino rom che ruba per mangiare o il straniero che fa il lava vetri per sopravvivere.
Io in quanto extracomunitario mi sento offeso e ritengo immorale tutto ciò che Lei decide in nome di un paese civile com’è l’Italia.
Le vorrei ricordare una cosa sulla quale La invito a riflettere: anche Flavius Petrus Sabbatius Iustinianus era un pellegrino nato nel 483 A.D. a Tauresium in Dardania (regione periferica dell’Impero Romano d’Oriente che nei giorni nostri è situata tra Macedonia e l’Albania), nel lavoro del quale si fondano le radici della giurisprudenza e della legislazione di tanti paesi occidentali odierni.
Con la speranza che Lei nel svolgere il suo compito di Ministro dell’Interno, non pensi solo alla Sua parte politica di provenienza ma soprattutto pensi al bene di tutta l’Italia per la quale è responsabile, colgo l’occasione per porgerLe i miei più Cordiali Saluti.

un giovane mi ha scritto…

guarda capisco benissimo lo stato d’ aninimo che può provare un immigrato rispettoso delle regole…….e noi italiani lo proviamo in prima persona quando andiamo all’ estero, venendo etichettati come italiano=mafia solo perchè i nostri meridionali 100 anni fa sono stati gli esportatori della mafia in tutto il mondo, ed io come la maggior parte della gente del nord nn c’entra nulla con questa dicotomia!!
Io ti porto la testimonianza del mio comune modena…..nel quale negl’ ultimi 10 anni e passata dal 58°  all’ 8° posto nelle classifiche per numero di furti rapine e scippi dei quali ben il 59% percento commesso da persone immigrate, ed in questo 59% ben il 64% senza regolare permesso di soggiorno!!!…….dovreste essere voi,  persone per bene che dovete schiararvi dalla nostra parte, visto che per colpa di alcuni vostri connazionali mal intazionate finite per rimetterci la faccia tutti!
Io sto portando avanti questa politica nel mio comune e sto vedendo già i primi frutti tanto che nella nostra sezione abbiamo già tesserato 3 albanesi, ed 1 indiano!!!
poi ti racconto questa, l’ altro giorno sono andato i questura a rinnovare il passapaorto, e come ben saprai la questura è l’ organo che oltre a rilasciare i permessi di soggiorno rilascia anche le cittadinanza italiana (è rilasciata agli stranieri che risiedono legalmente da almeno 10 anni nel territorio italiano)  e durante l’ interminabile fila che ho fatto, ho avuto modo di assistere a scene che mi hanno fatto verament eriflettere!!!Erano presenti solamente 5 stranieri che richiedevano la cittadinanza italiana, e tra questi 5 solo una ragazza ghanese si dimostrava palesemente felice di essere una nuova cittadina italiana, altre 3 persone con cui non sono riuscito a parlare e di conseguenza non so dirti la provenienza ma il quinto di nazionalità marocchina alla,mia domanda:”perchè hai deciso di prendere la cittadinanza italiana?”. Ha risposto, così se prima c’erano minime possibilità che mi rispedisserò a casa se colto in fragrante, adesso queste possibilità con l’ acquisizione della cittadinanza sono totalmente sparite!!!
Sperò di non esser stato troppo noioso……attendo una tua risposta in merito.
ps:mi fa piacere che ci siano persone disposte al dialogo!!

Cordiali saluti W.B.