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Roma sarebbe sorta nel 753 a.C. dagli Albanesi

Negli appunti del corso di istituzioni di diritto romano di prof. Carlo Beduschi si legge:

– Secondo una tradizione accolta dagli storiografi dell’età di Augusto (in particolare Tito Livio e Dionigi Alicarnasso), Roma sarebbe sorta nel 753 a. C. per iniziativa di un gruppo armato (proveniente dalla comunita latina di Alba Longa, a cui si erano uniti elementi provenienti da altre comunità vicine ), che sotto il comando di Romolo si sarebbe impadronito nel territorio sovrastante il guado del Tevere corrispondente all’Isola Tiberina, creando sul colle Palatino una fortificazione da cui si sarebbe svilupata la città.

Si legge su wikipedia:

– La città di Alba Longa (anche nella grafia Albalonga) era un antico centro laziale, che fu a capo della confederazione dei popoli latini (populi albenses) e venne distrutta da Roma sotto il re Tullio Ostilio, dopo l’anno 673 a.C.

I popoli albensi (in latino populi albenses) erano una foederatio di trenta popolazioni dell’Italia preromana (i prisci Latini) stanziate nell’antico Latium vetus tra il X (età del bronzo finale) e VIII secolo a.C. (età del ferro avanzata).[1][2] Il termine albenses indicherebbe il fatto che tutti questi popoli erano soliti partecipare alla cerimonia del banchetto sacrificale sul mons Albanus, nel santuario di Giove Laziale.

Col nome di popoli dell’Italia antica o, comunemente ma incorrettamente[1], popolazioni italiche s’intendono le comunità che abitarono la penisola italiana prima dell’ascesa di Roma.

Queste popolazioni non sono proprio tutte collegate linguisticamente o geneticamente in modo stretto. Alcune di loro parlavano lingue italiche (per cui di esse si può effettivamente parlare come di popolazioni italiche), altre erano genti colonizzatrici di lingua greca, mentre altre appartenevano ad altri rami indoeuropei, oppure non erano affatto indoeuropei. La classificazione di un certo numero di queste etnie è sconosciuta o non chiarita. A causa della forte influenza che gli etruschi ebbero su tutti gli antichi popoli italici, spesso si parla di “civiltà etrusco-italica“. Il celebre studioso italiano G. Devoto ha affermato la tesi che le varietà indoeuropee che confluirono in Italia sono “infinite”.

La posizione geografica dell’Italia, distesa nel mar Mediterraneo, ne favorisce i rapporti con le regioni circostanti e contemporaneamente la sua natura prevalentemente montuosa tende a separare ed isolare le popolazioni nelle varie regioni geografiche.